
Martedi 24 aprile
Retro Pop - Queens - (Qualcosina)² - Party'n Stazione presentano
BITCH PARTY c/o Barrumba a Pinarella di Cervia
Ci siamo appena ripresi dal party di inaugurazione di venerdi 6 aprile ed é gia ora di prepararsi ad un nuovo super evento.
Martedi 24 aprile ritorna Bitch Party al Barrumba, l'unico club che si trova sopra la spiaggia e sotto le stelle.
All'interno della serata Bitch Party ci sarà il Lungomare Festival composto dalla seguente line up:
Zen Circus + Colapesce + Saluti Da Saturno
In coll. con Monogawa Back To Gawa
Trovate le prevendite del Lungomare Festival nei rivenditori Vivaticket e in questo link:
http://www.vivaticket.it/index.php?nvpg[evento]&id_evento=867542
Dj's Piero Emme - Matteo Bocca - Lappa - Elio - Marco Turci
Ore 20.30 apertura porte
ore 21.00 inizio Lungomare Festival
ore 00.30 Inizio Bitch Party
Bitch Party é una serie di eventi che si ripeterà al Barrumba nel corso della primavera e estate 2012
Per info 339-2140806
Per info navette salvapatente 3478978939
http://www.facebook.com/btchprty
Barrumba Pinarella di Cervia via Emilia, 125
Bio
THE ZEN CIRCUS
Nati per Subire - Busking Tour
marzo-aprile 2012
Periodo importante per la carriera ormai decennale degli Zen Circus. L'ultimo lavoro "Nati Per Subire" è stato il primo della loro carriera a restare per due settimane nella classifica Fimi ed il tour elettrico a seguito dell'album ha registrato numerosi sold-out nei migliori rock-club Italiani. Così dopo 25 date in tre mesi la band pisana si è fermata questo febbraio per riassestare il tutto ed organizzare il "Busking Tour": altri due mesi in giro per l'Italia, da marzo ad aprile, in versione stradaiola, elettro-acustica, arrabbiata.
"Ormai lo sapete quasi tutti: siamo nati come band di strada, dove abbiamo imparato a fare scempio degli strumenti acustici per ottenere la stessa intensità e lo stesso casino che si ottiene da quelli elettrici. Il "Busking Tour" si propone di sottolineare la nostra urgenza folk senza sacrificare un briciolo d'energia, anzi. I primi tre mesi di tour elettrico nei grandi club sono stati fantastici e ci hanno regalato molto, ci sembra ora giusto girovagare per due mesi in altri ambiti: dai locali fuori dalle rotte dei grandi tour ai teatri di provincia, dai club piccoli ma storici delle grandi città, alla passione di piccole associazioni che fanno la cultura del nostro territorio. E da maggio si ritorna all'aperto, ai festival, al tour elettrico. Vi aspettiamo." - The Zen Circus
BIO COLAPESCE
Lorenzo Urciullo non ama stare con le mani in mano: dopo un disco in inglese a nome Albanopower, un progetto ambizioso come Albanopumpkins (tributo italiano a “Mellon Collie & The Infinite Sadness”, il capolavoro degli Smashing Pumpkins, che ha avuto una discreta rilevanza internazionale, ricevendo anche l'apprezzamento di Billy Corgan) e il duo Santiago che con Alessandro Raina degli Amor Fou ha percorso in lungo e in largo l'Italia durante tutto il 2011, è arrivato il momento di Colapesce.
Anticipato da un EP pubblicato a maggio 2010 solo in digitale e poi ristampato a grandissima richiesta, “Un meraviglioso declino” sta facendo gridare al miracolo la critica e il pubblico. Ovunque si parla della rinascita di un nuovo cantautorato italiano figlio della tradizione ma che non si pone limiti e prova a guardare a quello che succede lontano dai nostri confini. Agli anni '70 riveduti e corretti da Wilco, John Grant e Fleet Foxes, giusto per fare un po' di nomi.
Registrato con strumenti e macchine vintage in diversi studi di registrazione italiani come il Posada Negro di Studios di Roy Paci, Le Officine Meccaniche a Milano, il Vertigo Studio di Siracusa e l'Alpha Dept di Bologna, “Un meraviglioso declino” vede la partecipazione di numerosi ospiti: il sodale Alessandro Raina, Sara Mazo (ex voce degli Scisma), Andrea Suriani dei My Awesome Mixtape, i cori di Lucia Manca e Grazia Negro, i fiati suonati da Mirko Onofri della Brunori Sas e quelli arrangiati e suonati da Roy Paci, autore anche delle orchestrazioni.
Della produzione si è occupato Giacomo Fiorenza, recentemente premiato come miglior produttore artistico del 2011, già dietro la console per Paolo Benvegnù, Offlaga Disco Pax, Moltheni e I Cani (tra gli altri).
Un lavoro ambizioso e collettivo, che proprio dal vivo trova la sua forma più compiuta grazie a una band di cinque elementi che irrobustisce il suono e offre una dimensione diversa rispetto a quella del disco, con scalette che variano di serata in serata, cover e altre sorprese assortite.
BIO SALUTI DA SATURNO
Valdazze è la realizzazione di un sogno, forse utopistico. Una città costruita negli anni ’60 per iniziativa del Cavaliere Silvio Giorgetti, che l’aveva immaginata come località turistica per artisti, tanto da averla definita Il villaggio del cantante. Mirco Mariani, autore e leader di questa piccola e folleFlexible Orchestra Da Pianobar Futuristico Elettromeccanico che sono i Saluti da Saturno, colpito dalle scritte che tuttora costellano i muri delle strade delle province circostanti (Arezzo, Forlì, Cesena) indicandone la direzione, ha deciso di dedicare il suo nuovo disco a questo paese, a questo sogno realizzato a metà (a quanto pare, nessun grande cantante è mai andato a viverci).
Un disco di canzoni dolci e delicate, i cui testi, splendidi, tutti firmati dallo stesso Mariani, ci raccontano le mille sfaccettature dell’amore con un linguaggio semplice ma altamente lirico e poetico, accompagnato da una musica sognante, altrettanto apparentemente semplice ma in realtà complessa, costruita con gli strumenti più insoliti.
L’atmosfera tra il luna park e un carillon dello strumentale La giostra meccanica ci introduce in questo viaggio a Valdazze, in questo mondo di suoni delicati, come delicate sono la musica e il testo del lento canto d’amore Tra noi, in cui spicca la presenza di Vincenzo Vasi (anima della band di Vinicio Capossela) ai cori e xilofono. I trascorsi di Mariani con Capossela si manifestano più marcatamente in L’ultimo giorno d’estate, con i suoi strani strumenti (optigan, ondioline, glassarmonica, celesta, vibraphonette e pure un piano giocattolo) e un testo molto bello, per una canzone d’amore poetica e non banale, cantata da Bruno Orioli.
Atmosfera vagamente caposseliana che ritroviamo anche in Bianco divano, sarà per il theremin di Vincenzo Vasi (un vero genio, oltre che probabilmente il migliore ad usare questo strumento dal suono incantevole e magico) ma anche per la visione poetica del testo, lirica e semplice ad un tempo, e per quei rumori in coda che sporcano la melodia.
Molto riusciti anche i brani più ritmati, come la scura L’amore ritrovato, con una grande interpretazione vocale di Roberto Greggi, per raccontare ancora l’amore, perso e ritrovato, e un messaggio nella bottiglia che forse non arriverà, perso tra le onde del mare, oppure la già conosciuta Hotel Miramare(era presente nel primo disco degli Ex il cui Valerio Corzani è coautore) con i fiati che danno un tocco di tex mex alla Calexico, ancora Vasi al theremin eFrancesco Arcuri (altro musicista della band di Capossela) alla sega sonora.
Di contro, risultano intensi e emozionanti i brani più minimali come l’intimistaFrammenti di notte, eseguita solo in due (ma con che sfoggio di strumenti! Mariani ai tamburi e teste di moro e Christian Ravaglioli al duduk e pianoforte a cristallo), e la splendida Lontano, solo voce e piano, e i suoni del theremin di Vasi, un piccolo capolavoro di delicatezza pop, una grande canzone d’autore.
I suoni di questo lavoro ci riportano sovente ad un mondo cinematografico del passato, come accade nel brano che dà il titolo a tutto il disco, Valdazze, con le sue atmosfere da anni ’50, forse ricordi di un mambo ascoltato in un film con Alberto Sordi, atmosfera da film in bianco e nero, colorato splendidamente dagli strumenti di Mirco Mariani. E non sarà un caso la presenza di un brano espressamente dedicato al Cinema, un canto d’amore per quest’arte, contrappuntato con una serie di strumenti ricercati, insoliti e strani (dulcitone, celesta, carillon, cristallarmonio) che trasformano i rumori in dolci melodie.
Scopriamo così che si può fare musica anche con i bicchieri, che accompagnano i suoni delicati di una chitarra classica e un violoncello in un’altra grande canzone d’amore (La bocca tua), un testo splendido che si chiude, e chiude il disco, con una frase che ancora una volta colpisce per la sua semplicità e poeticità ("la pelle tua riflette ormai, la vita mia trascorsa sai, tra le braccia tue").
Il secondo disco dei Saluti da Saturno non è solo la conferma della bravura ed ecletticità del Mirco Mariani musicista, ma è soprattutto la prova delle sue qualità compositive nella scrittura di musiche e testi.
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